Palazzetto del Vescovo

Il Palazzo

Il «Palazzetto del Vescovo» è un edificio storico del patrimonio edilizio della città di Como, fatto costruire, come pertinenza della casa vescovile, da Branda Castiglioni, eletto Vescovo della città nel 1466.
In questo suggestivo spazio di rinomata importanza storica, nella posizione privilegiata in prossimità del lago e del Duomo, è ospitato il raffinato ristorante i TIGLI in THEORIA, nato dall’unione de’ «I TIGLI A LAGO» e «THEORIA».
Un ambiente elegante, con sale distinte e confortevoli, spazi riservati ed esclusivi, in grado di assecondare qualsiasi richiesta.
Il ristorante dispone inoltre di un giardino dove è possibile provare i piaceri della tavola nelle belle serate d’estate.

Palazzetto del Vescovo

Il Palazzo

Il «Palazzetto del Vescovo» è un edificio storico del patrimonio edilizio della città di Como, fatto costruire, come pertinenza della casa vescovile, da Branda Castiglioni, eletto Vescovo della città nel 1466.
In questo suggestivo spazio di rinomata importanza storica, nella posizione privilegiata in prossimità del lago e del Duomo, è ospitato il raffinato ristorante i TIGLI in THEORIA, nato dall’unione de’ «I TIGLI A LAGO» e «THEORIA».
Un ambiente elegante, con sale distinte e confortevoli, spazi riservati ed esclusivi, in grado di assecondare qualsiasi richiesta.
Il ristorante dispone inoltre di un giardino dove è possibile provare i piaceri della tavola nelle belle serate d’estate.

Oltre 600 anni di storia

La sede della residenza vescovile di Como fu edificata come struttura difensiva nell’area a nord della Cattedrale, verso il lago, dal vescovo Alberico, a partire dal 1013, contestualmente al trasferimento della sede della Cattedrale dall’antica Santa Eufemia (l’attuale San Fedele) a Santa Maria Maggiore (l’attuale Duomo). Dotata di mura e probabilmente di torri , per garantire la massima sicurezza all’autorità religiosa del tempo, il Palazzetto affermava al contempo il potere ecclesiastico sulla città.

Nella seconda metà del XV secolo il vescovo Branda Castiglioni, durante il suo ventennale episcopato a Como, per rendere la sua residenza più nobile e funzionale, ampliò la sede episcopale con l’aggiunta di un palazzetto come collegamento alla darsena del lago, punto di approdo e rimessa della propria imbarcazione. Il piano terra, con un porticato a cinque arcate sostenute da colonne e capitelli, e il primo piano, con finestre ad arco acuto e cornici in cotto a doppia arcata, fronteggiavano un giardino verdeggiante che conteneva un frutteto e vialetti per raggiungere il lago. L’edificio venne sviluppato ortogonale alla strada (oggi via Bianchi Giovini) e allo specchio d’acqua e si estendeva nel luogo di congiunzione tra la contrada Prato dei Liocchi (oggi piazza Roma) e il porto commerciale cittadino (oggi Piazza Cavour).

Nel corso dei secoli, l’edificio è stata sottoposto a diverse modifiche, arrivando addirittura nel 1992 a venire frazionato per ricavarne unità immobiliari. La costruzione, contrassegnata da un corpo semplice, ampliato su due livelli con le aperture rivolte verso est, conserva ancora oggi alcune caratteristiche originarie, nonostante l’edificio sia stato sottoposto a diverse ricostruzioni, compressa la realizzazione di un sovrappasso, per mettere in comunicazione il palazzetto con l’edificio vescovile principale; nel 1992 il primo venne frazionato per ricavare tre unità immobiliari.

Con l’intento di recuperare l’originale integrità dell’immobile, alla fine del 2002 è stato affrontato un restauro idoneo a conferire nuova vita e una nuova funzione all’edificio vescovile di Como. Acquistando l’antico palazzetto Branda Castiglioni, il nuovo proprietario, oltre ad assumere l’onere del recupero urbanistico di un’area importante del centro storico di Como – condiviso e apprezzato dagli enti competenti, fra i quali il Comune e la SABAP–,  ha conferito una nuova vitalità alle strutture e al loro contesto. La ristrutturazione, pertanto, è stata eseguita in considerazione delle esigenze di cambio di destinazione, nel rispetto delle sue parti architettoniche.

L’operazione è stata conseguente la volontà di intervenire su un monumento antico e riportarlo al suo aspetto più originale, restaurando e ripristinando i singoli elementi costruttivi, quali le travature lignee e i pavimenti in pietra, ricostituendo murature e intonaci, e dotandolo al tempo stesso di sofisticate apparecchiature al fine di renderlo idoneo alle necessità della nuova vita. Oggi rimangono ancora elementi ornamentali distintivi della casata dei Castiglioni, in aggiunta al soffitto  ligneo a cassettoni dipinto, il pavimento in pietra nell’atrio, gli archi e le cornici delle finestre in cotto.

Oltre 600 anni di storia

La sede della residenza vescovile di Como fu edificata come struttura difensiva nell’area a nord della Cattedrale, verso il lago, dal vescovo Alberico, a partire dal 1013, contestualmente al trasferimento della sede della Cattedrale dall’antica Santa Eufemia (l’attuale San Fedele) a Santa Maria Maggiore (l’attuale Duomo). Dotata di mura e probabilmente di torri , per garantire la massima sicurezza all’autorità religiosa del tempo, il Palazzetto affermava al contempo il potere ecclesiastico sulla città.

Nella seconda metà del XV secolo il vescovo Branda Castiglioni, durante il suo ventennale episcopato a Como, per rendere la sua residenza più nobile e funzionale, ampliò la sede episcopale con l’aggiunta di un palazzetto come collegamento alla darsena del lago, punto di approdo e rimessa della propria imbarcazione. Il piano terra, con un porticato a cinque arcate sostenute da colonne e capitelli, e il primo piano, con finestre ad arco acuto e cornici in cotto a doppia arcata, fronteggiavano un giardino verdeggiante che conteneva un frutteto e vialetti per raggiungere il lago. L’edificio venne sviluppato ortogonale alla strada (oggi via Bianchi Giovini) e allo specchio d’acqua e si estendeva nel luogo di congiunzione tra la contrada Prato dei Liocchi (oggi piazza Roma) e il porto commerciale cittadino (oggi Piazza Cavour).

Nel corso dei secoli, l’edificio è stata sottoposto a diverse modifiche, arrivando addirittura nel 1992 a venire frazionato per ricavarne unità immobiliari. La costruzione, contrassegnata da un corpo semplice, ampliato su due livelli con le aperture rivolte verso est, conserva ancora oggi alcune caratteristiche originarie, nonostante l’edificio sia stato sottoposto a diverse ricostruzioni, compressa la realizzazione di un sovrappasso, per mettere in comunicazione il palazzetto con l’edificio vescovile principale; nel 1992 il primo venne frazionato per ricavare tre unità immobiliari.

Con l’intento di recuperare l’originale integrità dell’immobile, alla fine del 2002 è stato affrontato un restauro idoneo a conferire nuova vita e una nuova funzione all’edificio vescovile di Como. Acquistando l’antico palazzetto Branda Castiglioni, il nuovo proprietario, oltre ad assumere l’onere del recupero urbanistico di un’area importante del centro storico di Como – condiviso e apprezzato dagli enti competenti, fra i quali il Comune e la SABAP–,  ha conferito una nuova vitalità alle strutture e al loro contesto. La ristrutturazione, pertanto, è stata eseguita in considerazione delle esigenze di cambio di destinazione, nel rispetto delle sue parti architettoniche.

L’operazione è stata conseguente la volontà di intervenire su un monumento antico e riportarlo al suo aspetto più originale, restaurando e ripristinando i singoli elementi costruttivi, quali le travature lignee e i pavimenti in pietra, ricostituendo murature e intonaci, e dotandolo al tempo stesso di sofisticate apparecchiature al fine di renderlo idoneo alle necessità della nuova vita. Oggi rimangono ancora elementi ornamentali distintivi della casata dei Castiglioni, in aggiunta al soffitto  ligneo a cassettoni dipinto, il pavimento in pietra nell’atrio, gli archi e le cornici delle finestre in cotto.

Filosofia

Il marchio, creato da Claudio Benzoni per la società Theoria, è composto da elementi simbolici che rimandano alla ciclicità delle stagioni e dei frutti della Natura, da trasformare in cibo.
La forma circolare del marchio, che ricorda il rosone delle chiese romaniche, rimanda concettualmente ad una tavola apparecchiata, simbolo per eccellenza di accoglienza e ristoro, i cui cerchi all’interno delle foglie stilizzate raffigurano piatti da portata pronti ad essere riempiti.

Simbolo Theoria

Libro

Il libro “Il palazzetto di Branda Castiglioni vescovo di Como”, scritto da Claudio Benzoni, esamina il recupero e la valorizzazione dell’edificio medioevale, situato nel centro di Como ed edificato nella seconda metà del 1400 come pertinenza della casa vescovile.

Oggi in questo spazio attraente e suggestivo, collocato in un’area turistica vitale per la città, è ospitato l’elegante ristorante I TIGLI IN THEORIA la cui attività unisce la valorizzazione ambientale e culturale a quella economica e commerciale, per soddisfare le esigenze di accoglienza dei cittadini e dei turisti.

Filosofia

Il marchio, creato da Claudio Benzoni per la società Theoria, è composto da elementi simbolici che rimandano alla ciclicità delle stagioni e dei frutti della Natura, da trasformare in cibo.
La forma circolare del marchio, che ricorda il rosone delle chiese romaniche, rimanda concettualmente ad una tavola apparecchiata, simbolo per eccellenza di accoglienza e ristoro, i cui cerchi all’interno delle foglie stilizzate raffigurano piatti da portata pronti ad essere riempiti.

Simbolo Theoria

Libro

Il libro “Il palazzetto di Branda Castiglioni vescovo di Como”, scritto da Claudio Benzoni, esamina il recupero e la valorizzazione dell’edificio medioevale, situato nel centro di Como ed edificato nella seconda metà del 1400 come pertinenza della casa vescovile.

Oggi in questo spazio attraente e suggestivo, collocato in un’area turistica vitale per la città, è ospitato l’elegante ristorante I TIGLI IN THEORIA la cui attività unisce la valorizzazione ambientale e culturale a quella economica e commerciale, per soddisfare le esigenze di accoglienza dei cittadini e dei turisti.