

I racconti della Saliera cantastorie…
La storia di oggi, cari lettori, è una storia di cucina e tradizioni, ma anche di impavidi condottieri, scaltri commercianti, imbarcazioni signorili e mare, mare e ancora mare.
È proprio sul mare che si erige splendida la città protagonista del nostro racconto, la perla lagunare, la città sulle acque, la grande Venezia la cui storia, credetemi, è più avvincente e stimolante di quanto spesso non si ricordi. Basti pensare al ‘700 quando la città crebbe grazie all’astuzia e al duro lavoro, grazie all’intuizione brillante delle ricche famiglie del Ducato e alle transazioni d’affari impeccabilmente gestite dai commercianti. Ai tempi, cari lettori, Venezia era conosciuta come Serenissima o, per esteso, Repubblica Serenissima di Venezia. Il perché del nome non è del tutto certo, leggende e interpretazioni velate suggeriscono che il nome derivi dall’appellativo che ai tempi veniva dato ai dogi, gli allora capi della Repubblica. Altri invece suggeriscono che derivasse dall’indiscussa solidità e prosperità della Repubblica stessa ma, cari lettori, non importa a quale versione scegliate di credere, il bello della storia deve ancora arrivare…
La Serenissima di Venezia era una comunità marittima, una repubblica indipendente particolarmente predisposta all’attività commerciale; basti pensare che, grazie alla sua posizione strategica e alle abilità di marinai e condottieri, Venezia ottenne ben presto libertà e autorevolezza sui mari, in particolare il Mediterraneo, l’Adriatico, i porti europei dell’Impero Bizantino e ancora il mar Egeo con le sue affascinanti Isole. Ma non finisce qui, fu infatti grazie a questi viaggi che i condottieri iniziarono a scoprire nuove usanze, nuove tradizioni, nuovi alimenti e nuovi tessuti. Importarono in Europa spezie e zucchero da mercati lontani, grano e frumento e ancora sete preziosissime e tessuti ricamati. Per non parlare poi del loro fiore all’occhiello, il Baccalà, un pesce particolarissimo scoperto durante le esplorazioni dei gelidi e cupi mari del Nord, un pesce che, come ben saprete, entrò immediatamente a far parte della tradizione culinaria locale. Parlando di cucina è bene comprendere che, per i Veneziani, la gastronomia non è affare da prendere sotto gamba. Sono affezionati alle loro tradizioni, soprattutto perché molte di queste vedono gli albori in epoche lontanissime. Tra le preferite dal popolo c’è certamente la tradizione delle Fritole, elette a Dolce Nazionale della Repubblica Serenissima nonché regine indiscusse delle golose e vivaci feste carnevalesche.
Le Fritole, cari lettori, sono delle frittelle morbide e zuccherate preparate con un impasto a base di farina, zucchero, latte e uova e arricchite con ingredienti quali uvetta e pinoli. L’uvetta è una componente fondamentale della ricetta, per esaltarne al massimo il sapore viene tradizionalmente messa in ammollo con acqua e grappa e successivamente aggiunta all’impasto insieme ai pinoli. Antichi ricettari di cucina veneziana suggeriscono inoltre che per preparare delle Fritole e regola d’arte, il segreto stia nell’abilità dell’impastare, si inizia mescolando farina e zucchero ai quali, poco alla volta, si procede aggiungendo uova sbattute con un pizzico di sale, lievito, rigorosamente sciolto nel latte e, per finire, grappa e buccia di limone. Ancora vi furono artisti veneziani, pittori e scrittori del tempo, che resero omaggio a queste deliziose palline fritte ritraendole e inserendole come comparse in opere letterarie e per finire, c’erano i Fritoleri, una vera e propria associazione formata da tutti coloro che fieramente custodivano l’arte del cucinare le Fritole; un’arte tramandata di padre in figlio le cui regole rimangono tutt’oggi minuziosamente riportate all’interno di uno storico documenti di gastronomia custodito presso la Biblioteca Casanatense di Roma.
Insomma cari lettori, la Serenissima di Venezia e le sue secolari usanze e tradizioni gastronomiche hanno contribuito alla gloria della cucina Veneta e Italiana. A noi oggi non resta che godere di queste perle del passato approfittando dell’attesissimo e oramai alle porte Carnevale di Venezia per degustarle.
La Saliera cantastorie.
Il team di
UN PIZZICO
Ristorante I Tigli in Theoria
Lunedì 19:00-22:00
Martedì 12:00-14:00 / 19:00-22:00
Mercoledì 12:00-14:00 / 19:00-22:00
Giovedì 12:00-14:00 / 19:00-22:00
Venerdì 12:00-14:00 / 19:00-22:00
Sabato 12:00-14:00 / 19:00-22:00
Domenica CHIUSO
I Tigli in Theoria
Via Bianchi Giovini, 41
22100 Como, (CO)
+39 320 0325849
Per informazioni o richieste, scrivere all’indirizzo info@theoriagallery.it
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